Lee Van Cleef nacque a Somerville, nel New Jersey, il 9 gennaio del 1925, figlio di Clarence LeRoy Van Cleef Sr. e di Marion Van Fleet (nata Marion Lavinia Van Fleet), ambedue d’origini olandesi. Nel 1942, all’età di diciassette anni, Lee si arruolò nella marina degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, per poi, al termine del conflitto, intraprendere la carriera di attore dopo una breve esperienza di ragioniere. Il suo primo film fu il famosissimo western Mezzogiorno di fuoco di Fred Zinnemann, nel quale ebbe il ruolo di uno dei tre compari di Frank Miller (in questo film non pronuncia neanche una battuta). Nel 1956, ebbe una parte iniziale nel film Sfida all’O.K. Corral ed è presente nel 1958 nel film western Bravados, con protagonista Gregory Peck. Fino a circa la metà degli anni ’60, Van Cleef non andò oltre piccoli ruoli in film di ogni genere, con apparizioni fugaci e spesso senza pronunciare alcuna battuta. Fu solo nel 1964 che la sua carriera ebbe una svolta: Sergio Leone si ricordò di lui mentre era alla ricerca di un attore per il ruolo del colonnello Douglas Mortimer in Per qualche dollaro in più. All’epoca, Van Cleef era a un punto morto della propria carriera, con problemi di dipendenza dall’alcool e dal fumo, e per vivere si dedicava alla pittura, dalla quale ricavava cifre modeste. In un’intervista dichiarò che in quel periodo non poteva pagare nemmeno la bolletta del telefono. L’incontro con il regista romano fu la svolta che diede inizio a una nuova vita per Van Cleef e a una lunga carriera in Italia. La sua collaborazione con Leone continuò anche con Il buono, il brutto, il cattivo (1966), nel ruolo del “cattivo” Sentenza: egli apparve dunque in due dei tre film della cosiddetta trilogia del dollaro firmata dal regista italiano, diventando un’icona degli spaghetti-western.
Uno dei suoi ultimi ruoli di rilievo fu nel cult 1997: Fuga da New York (1981) di John Carpenter e nel drammatico The Octagon (1979) con Chuck Norris. Il regista John Carpenter permise a Van Cleef di tenere il suo orecchino, indossato al di fuori delle scene, per il ruolo di Bob Hauk in 1997: Fuga da New York, giustificandolo, nella versione romanzata del film, come un simbolo fatto proprio dal personaggio per essere sopravvissuto all’assedio di Leningrado[4]. Gli ultimi anni lo videro tra i protagonisti in pellicole di produzione italo-tedesca, dei film d’azione di serie B diretti dall’artigiano del cinema Antony M. Dawson (pseudonimo di Antonio Margheriti) e che rifacevano il verso alla serie avventurosa di Indiana Jones. Un’ultima serie di telefilm dal discreto successo interpretata da Van Cleef a metà degli anni ottanta fu The Master, in cui impersonava un veterano della guerra di Corea, maestro di ninjutsu.
Acrilico su tela 40X40 cm.